Foto Archivio Elia MULLER |
Giocatore dinamico, dotato di grande fisico alto 184 cm, ottima tecnica di gioco ha dato quest'anno un grandissimo apporto alla sua squadra, classe 1997 tedesco di nascita italiano per natura, stiamo parlando di Elia MÜLLER, giocatore di SSV Diamante.
Giocatore della Nazionale Italiana, ha partecipato nel 2019 alla competizione Alps Adria Cup e nel 2020 alle WFCQ.
1) Ciao Elia, grazie per aver accettato la nostra intervista. Presentati ai nostri lettori, Chi sei e cosa fai nella vita, oltre che giocare a floorball?
Mi chiamo Elia, anche se tantissimi esponenti del campionato italiano mi chiamano Justin a causa di un ciuffo selvaggio che portavo da giovane.
Sono nato in Germania, ma vivo in Italia da praticamente tutta la mia vita.
Oltre al Floorball amo viaggiare e le lingue, delle quali ne parlo cinque. Mi emoziona vedere posti nuovi e scoprire nuove culture e penso che il mezzo migliore per comprendere le persone è parlargli con la loro lingua.
Sono laureato in Behavioral Economics presso l’università di Innsbruck. Durante questo tempo mi sono allenato con la squadra HotShots Innsbruck e ho fatto un torneo insieme a loro.
Da settembre in poi proseguirò il mio percorso universitario, studiando Innovation Management & Organizational Design all’ Università di Aalborg.
Al momento sono quasi alla fine di un ’’anno sabbatico’’, che ho trascorso al Forum Prevenzione di Bolzano, svolgendo lavori di prevenzione giovanile, ma anche di business development.
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Diciamo che ho sempre seguito l’hockey su ghiaccio. Chi ne è a conoscenza sa, che i Rittner Buam, squadra del mio cuore, sono tra le più forti di tutta l’Italia.
Avrei sempre voluto giocare a hockey su ghiaccio ed è anche uno dei miei maggiori hobby in inverno, ma visto che avevo iniziato a giocare a calcio all’ età di quattro anni, non ho potuto iscrivermi.
Durante la terza media avevo ricevuto una richiesta da parte di una società bolzanina che militava in un campionato superiore. Avrei dovuto iniziare in autunno.
I miei genitori però pensavano che prima avrei dovuto abituarmi alle superiori per poi passare a più allenamenti settimanali e una squadra bolzanina. Il piano dunque era passare all’ altra squadra nel giro di ritorno in primavera.
Nella mia scuola media, grazie al nostro prof. Mair, un gran signore dell’hockey su ghiaccio, si giocava sempre a floorball. C’erano pure alcune stecche decenti, una delle quali, anche per la mia passione per l’hockey, finiva sempre nelle mie mani.
Penso che circa ad ottobre di quell’ anno, un mio vecchio amico, Kaspar, mi chiese se volessi provare floorball insieme a lui. Al tempo ci fu un corso per bambini seguito dal mitico Herbert Gius.
Dopo un allenamento con Gius, entrambi passammo subito alla squadra under19 di Marco Concli. Ricordo Marco come il miglior allenatore della mia carriera, soprattutto per motivi interpersonali, un aspetto che secondo me manca in tanti altri.
Soprattutto il lavoro con i giovani gli viene naturalmente bene e sono molto grato del fatto che è stato eletto come allenatore della nazionale under19.
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Innanzitutto, grazie del complimento. A volte mi sembra che assomiglio un po’ al modo di giocare di Thomas Müller, il calciatore. Dico questo perché mi piace girovagare per il campo senza una posizione fissa.
Dopo un inizio come difensore, dato soprattutto al fatto che avevo paura degli (enormi) difensori avversari, sono passato molto velocemente nelle linee di attacco. Sul campo parto maggiormente sull’ ala sinistra e penso che ormai questo sia anche il mio ruolo fisso.
Il mio gioco necessita di un centro forte, dotato di passaggi perfetti e visione di gioco. Grazie a Maik Volgger, il centro della mia linea per tanti anni, questo mio desiderio è sempre stato soddisfatto.
Altro giocatore dal quale sul campo ho imparato tantissimo è Giorgio Picin, spessissimo l’ala destra della mia linea, amico e giocatore fortissimo.
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Innumerabili ricordi, uno più bello dell’altro. Grazie a questa squadra al giorno d’oggi chiamo amici tantissime nuove persone. Amici che lo rimarranno a lungo.
Per fortuna con l’SSV ho vinto praticamente tutto quello che avrei potuto vincere. In particolare, mi ricordo quell’ anno in under 19, ero pure capitano, nel quale abbiamo vinto tutte le partite del campionato e infine anche la coppa. Che ricordi!
Fatto sta, questa squadra mi ha fatto conoscere lo sport che ora amo più di tutti (a questo punto bisogna sapere che vado matto per il calcio).
Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato lungo il mio percorso. Siete dei grandi!
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Penso che la squadra di Viking Roma sia cresciuta tantissimo negli ultimi anni e che si veda molto lo sforzo che ci mettono ogni anno.
Secondo me la finale sarebbe stata Viking – SSV, con la vincitrice la squadra che avrebbe giocato in casa.
Purtroppo, questa stagione è finita in questa maniera. Devo dire che mi intristisce un po’, visto che almeno per un paio di anni non giocherò più nel campionato italiano e non ho potuto chiudere questa esperienza nel modo in cui avrei voluto. Chissà cosa porterà il futuro.
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Innanzitutto, voglio ringraziare i miei ragazzi. Quest’ anno è stato il mio primo da allenatore e mi hanno dato tantissima fiducia. Ho potuto crescere insieme a loro e penso che ripensandoci possiamo dire che è andata alla grande.
Tutti i giocatori hanno un gran talento. Nella loro fase attuale, l’allenamento contraddistingue i ragazzi. Si vede subito chi vuole lavorare un pochettino di più e chi no.
Già durante questa stagione tanti di loro hanno fatto le loro prime esperienze. Vincenzo, il nostro capitano, ne ha il maggior numero ed è ormai un pilastro della prima squadra.
Degli altri voglio nominare Jonas per visione di gioco e calma con la pallina, Lukas B. per mentalità e Matteo F. per talento. Tutta la squadra però è cresciuta tantissimo e penso che se continueranno ad allenarsi ed a crederci, tutto è possibile.
Auguro a loro e a tutti gli altri giovani del nostro sport di rimanere sani e che non subiscano gravi infortuni. Io purtroppo a causa di infortuni ho perso due anni interi alla migliore età e non lo auguro a nessuno.
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Domanda molto difficile in quanto ho avuto la possibilità di giocare con numerosi fuoriclasse.
Mi ricordo che durante l’esperienza nella nazionale under19, il mio amico svizzero, Jan Küchli, mi rimase in mente come il giocatore più forte che avevo visto ai tempi.
Al giorno d’oggi il portiere più forte che conosco è Andrea Abbrucciati. È cresciuto in una maniera pazzesca e secondo me in futuro dovrebbe diventare il portiere della nazionale maggiore.
Contemporaneamente voglio dire che la partita che ha fatto Martina Falchi contro di noi in questa stagione è stata una delle prestazioni più forti che ho visto nella mia carriera.
Parlando di difensori, la classe e esperienza che Marco Mori ha nel suo ruolo difensivo mi sono rimaste molto impresse dopo questa stagione trascorsa insieme.
Per gli stessi aspetti stimo molto Maik Volgger e Hannes Unterhofer, che a questo punto voglio ringraziare per tutto quello che mi hanno insegnato.
Personalmente do tantissimo peso alla mentalità dei giocatori. I ragazzi che ai quali più mi ispiro di più da quel punto di vista sono Federico di Gia, Giorgio Picin e Markus Widner.
Infine, voglio dire che mi piacerebbe giocare con Matusewicz del Gargazzone/Vipiteno. Forse in futuro si farà qualche torneo insieme.
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Da agosto in poi, Coronavirus permettendo, inizierà la mia esperienza nella città di Aalborg, Danimarca.
Per quanto riguarda il Floorball, sono già stato in contatto con la squadra AAB Floorball che milita nel massimo campionato danese.
Il livello sarà decisamente più alto di quello in Italia e guardando le immagini del palazzetto, i video delle partite e il numero di sponsor, mi aspetto un salto di livello anche dal punto di vista organizzativo.
Probabilmente inizierò a giocare nella loro seconda squadra, che milita nella seconda divisione. Penso che anche quel campionato sarà superiore a quello italiano e che potrò imparare tantissimo.
Purtroppo, entrambe le squadre al momento sono in cerca di Head Coaches, quindi non ho avuto modo di contattarli.
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Io personalmente l’ho vissuto molto bene. So che tante altre persone stanno passando momenti di grandi difficoltà e sono molto grato che per me non è stato cosi.
Ho potuto continuare a lavorare normalmente, online ovviamente, e grazie alla nostra casa al di fuori dei centri abitati e vicina a prati e il bosco, ho sempre potuto uscire senza la paura di incontrare altre persone.
A febbraio mi ero comprato una porta e mi ero fatto prestare quel pavimento di myfloorball.com e quindi ho anche potuto allenarmi nelle scorse settimane. Ovviamente è molto più noioso degli allenamenti in squadra.
Non so se il mondo e le nostre abitudini cambieranno. L’uomo è una specie strana e si vedrà solamente in futuro cosa avrà fatto questo periodo con tutti noi.
Altra domanda difficile. Al momento l’unica cosa sicura, è che rimarrò in Danimarca per due anni.
Non so cosa succederà dopo né dove andrò a finire. Il mondo per me ha solo porte aperte e in teoria potrei andare ovunque.
Detto questo devo dire che sicuramente mi piacerebbe tornare nella mia squadra e giocare con tutti i miei amici.
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