Elia MARINELLO a Floorballmania


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È cominciato il nostro secondo anno di Floorballmaniatv e lo cominciamo esattamente come l’abbiamo terminato. Il nostro obiettivo è quello di darvi sempre nuove notizie da leggere, possibilmente, tutti i giorni. Il nostro viaggio, salta da un Leone a l'altro, dai Leoni Neri, ai Leoni di Fuoco.

Siamo in casa Firelions e vi facciamo conoscere uno dei pilastri di questa società che sta, pian piano, ricostruendo la propria squadra.

Attaccante di razza che non ha mai avuto problemi con il gol, l'uomo su cui una squadra in difficoltà può sempre contare, fa del fisico e della sua ottima tecnica il suo punto di forza personale.  Dal 2014 nel giro della Nazionale Italiana, un veterano ormai, classe 1987, stiamo parlando di Elia MARINELLO.

Ciao Elia e grazie per aver accettato la nostra intervista.

1)      Chi è Elia MARINELLO, cosa fa nella vita oltre a giocare a Floorball?

Ciao Floorballmania e ancora auguri per l'anniversario di ieri!

Sono Elia e tra 15 giorni saranno 33 le candeline sopra al mio dolce. Nella vita gestisco e opero presso un'azienda di manutenzione impianti tecnologici, specializzata in impianti di climatizzazione invernale ed estiva e nel trattamento dell'acqua. Mi faccio appassionare moltissimo da qualsiasi sport anche se ho davvero poco tempo da dedicarci. Le mie passioni più grandi oltre al floorball sono la bici, la moto e la cucina.

2) Quando comincia la tua storia d'amore con il floorball? Con quale squadra hai iniziato a giocare? Sei sempre stato attaccante?

La mia "cotta" inizia un po' per caso nel 1999 (insomma, l'altro ieri) per puro caso. Appeso alla porta d'ingresso della palestra della scuola media che frequentavo, vidi una curiosa locandina che invitava a provare uno sport nuovo chiamato UNIHOCKEY. Devo dire che l'hockey, o meglio una cosa simile, era già nella mia testa, in quanto nell'estate precedente avevo convinto mia sorella e un altro paio di amici in grado di pattinare, a cimentarsi in un hockey in-line arrangiato nel campetto asfaltato dietro casa.

Dal momento in cui lessi quella locandina la curiosità mi portò a provare e iniziare la mia carriera nel floorball. La squadra di allora, gestita dal mio primo allenatore, David Lazzari, si chiamava Piranhas Dolo; a quell'epoca purtroppo il campionato in Italia non esisteva e la squadra era costretta per poter giocare ad andare oltre confine.

Ho provato tutti i ruoli di movimento, principalmente offensivi, ma la posizione per cui mi sento tagliato, è quella del centrale. Comunque penso che alla fine il ruolo poco importi, soprattutto in un'ottica internazionale dove lo scambio tra le posizioni è continuo.

3) Perché hai scelto di costruire la tua carriera sportiva su questo Sport e non su altri più blasonati?

Io amo molto gli sport di squadra dove oltre ad un obbiettivo personale, è condivisibile un obbiettivo di gruppo. Il floorball, oltre a questo, penso rappresenti il giusto compromesso tra fisicità e tecnica nell'indoor. Ho provato anche altri sport, ma questo mi è rimasto nel cuore.

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4) Firelions, la tua o meglio la vostra creatura, perché siete un gruppo bellissimo, come sta andando la ricostruzione? Si stanno inserendo nuovi elementi?

Si, siamo un bel gruppo all'interno del quale si possono trovare valori e persone vere. Le nuove leve continuano a presentarsi e affermarsi come elementi indispensabili per il futuro. Ahimè lo scorso anno, hanno smesso di giocare sette giocatori di buon livello e ciò ha fatto sì che non sia stato possibile affrontare il campionato Campo Grande. Puntiamo sempre alla promozione scolastica per attirare nuovi ragazzi da formare per il futuro dei Leoni Veneti.

5) Quest'anno il Campo Piccolo per i tuoi Leoni, invece a campo grande sei in prestito a Milano Molotov, raccontaci come si vive questo binomio? Come reputi la stagione campo piccolo dei  tuoi Leoni?

Proprio per le motivazioni sopra descritte, unite alla voglia di giocare, quest'anno il campionato maggiore l'ho giocato con FC Milano Molotov insieme ad altri tre compagni di squadra veneti. Io conoscevo già in parte il gruppo: ero stato a Madrid con loro due anni fa per l'EuroFloorball Challenge, un bel team formato da belle persone.

Il binomio SHC Firelions Serenissima e FC Milano Molotov comunque non è cosa nuova: Giorgio Rambaldi e Alberto Coduto anni fa presero parte al campionato tra le nostre linee e la squadra femminile Firelionesses&Boombshells era formata da giocatrici provenienti dalle due squadre.

Non ho mai giocato Campo Piccolo con i miei ragazzi per dar la possibilità, soprattutto ai neofiti, di giocare.

Io quest'anno avrei comunque giocato molto: Campo Grande avrebbe dovuto avere 16 partite di regular season e poi play-off; non mi sembrava giusto togliere la possibilità di far fare esperienza ai giovani!  La stagione Campo Piccolo dei Leoni sapevamo non sarebbe stata un successo, ma l'importante è giocare! Avrei preferito leggere sui referti di gara differenze reti più basse, ma sono comunque felice per loro perché so che si sono divertiti.

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6) A Milano, vai con altri tuoi compagni, come fate per allenarvi con loro? La stagione la immaginavi esattamente come stava andando? Come la reputi?

Come dicevo poc'anzi siamo in quattro:

Alessandro Pierazzo, storico portiere della nostra società, che negli ultimi anni aveva lasciato la porta per giocare fuori e che invece dopo un torneo estivo a Giornico lo scorso maggio ha ritrovato l'ispirazione tra i pali;

Edoaro Moro, allenatore e ala che gioca da ormai sette anni, anche lui ha giocato in quasi tutti i ruoli di movimento;

Serena Benetollo, ala e portiere della femminile e anche lei gioca da sei anni.

Ci alleniamo con l'SHC Firelions Serenissima cercando di stare assieme negli esercizi, per mantenere il tridente d'attacco utilizzato poi giocando coi compagni milanesi durante il campionato. Purtroppo non abbiamo mai fatto allenamenti con loro; il coach e amico Patrizio Beccarini, ci manda schemi e movimenti particolari che noi li analizziamo e facciamo nostri per poi portarli in partita.

I risultati raggiunti erano quelli che mi aspettavo, anche se in alcune occasioni secondo me avremmo potuto fare meglio. Quest'anno c'era odore di play-off nell'aria...cosa che, devo dire, mi mancava!

7) Elia e la Nazionale. Dal 2014 sei nel giro della nazionale, segno che sei uno dei top player italiani. Ci racconti l'emozione della prima volta? Cosa ti hanno detto nel 2014 appena indossato la maglia azzurra?

L'emozione di debuttare con la maglia azzurra non penso si possa descrivere a parole; inoltre ho avuto la possibilità di farlo davanti ai miei compagni e alle persone a me più care, durante un Tre Nazioni organizzato qui a Dolo.

Una emozione immensa, emozione che rivivo ogni volta che vedo il tricolore con il nostro inno in sottofondo, emozione che sale fino a farmi luccicare gli occhi se ripenso a me da ragazzino quando ho iniziato a giocare e a tutte mille peripezie e sacrifici che ho dovuto fare per arrivare fino a qui. Beh, diciamo che non ricordo molto di quel giorno se non la botta di adrenalina derivata dalle partite.

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8) Cosa diresti oggi ad un giocatore che indossa la maglia azzurra per la prima volta? L'ultima prestazione azzurra, non è andata benissimo, ti aspettavi di più? Cosa non è andato, secondo te?

Ad un nuovo membro della nazionale farei i miei più vivi complimenti e gli direi di non montarsi assolutamente la testa, di giocare con l'intelligenza di un professionista ma con il cuore di un bambino.

La prestazione azzurra non è andata benissimo. Il livello di gioco internazionale è più alto rispetto al nostro. Purtroppo paghiamo lo scotto di essere uno sport che nel nostro paese da vent'anni è "emergente", ma che di fatto non è mai del tutto emerso, se non in realtà circoscritte.

Sarebbe bello avere più giocatori e conseguentemente aumentare il numero di squadre locali che lavorino in sinergia tra loro. Con l'aumento del numero delle società, aumenterebbe il ventaglio di proposte e spingerebbe i giocatori a fare un salto di livello.

Questa è la motivazione che do io personalmente alle prestazioni della spedizione azzurra a Poprad. Mi aspettavo qualcosina in più, soprattutto contro l'Ungheria, ma sarà per la prossima volta.

9) Lasciamo la nazionale torniamo al floorball di casa nostra. Quali sono i giocatori più forte con i quali hai giocato? Con chi invece vorresti giocare?

Facciamo un gioco. Crea una tua linea, composta da giocatori di altre squadre, una top line.

Visti i miei 20 anni di floorball, ho avuto la fortuna di aver giocato con tantissimi giocatori, tra i più forti, ma solo per citarne alcuni: Alberta Franco, Andrea Iezzi, Davide Mantini, Davide Brambilla, Federico Di Già, Tobias Mores e molti molti altri.

Vorrei giocare con Daniele D'Anna semplicemente perché non c'ho mai giocato assieme.

La mia top line potrebbe essere questa:

Accursio Graffeo (P); Alessandro Agrusti; Marcus Widner; Elia Marinello; Tommaso Rubeo; Francesco Placidi.

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10) Ci dici quali sono le persone che stimi di più e perché nel Floorball Italiano? Puoi anche fare più nomi.

Stimo tutte le persone che hanno fatto, fanno e faranno qualcosa affinché il Floorball Italiano prenda sempre più piede.

Stimo inoltre moltissimo tutti gli allenatori, che si impegnano oggi per creare i giocatori di domani spesso senza avere nessun tipo di guadagno. Non posso non nominare i miei due principali allenatori storici: David Lazzari, senza il quale non avrei mai cominciato e Alberta Franco per il lavoro fatto su di me e su tutta la squadra negli anni.

Inoltre ringrazio Gianluca Corti e Leonardo Lanzoni per l'impegno come team manager e supporto alla nazionale maschile nell'avventura a Poprad.

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11) Un pensiero su questo momento particolare che stiamo attraversando, come lo stai vivendo? Ti stai allenando?

Non avrei mai pensato di vivere un'emergenza sanitaria di questo livello. Penso che innanzitutto si debba fare il possibile per mettere a repentaglio il minor numero di vite possibili e che ognuno possa, anzi debba, fare la sua parte.

Lo sto vivendo serenamente, considerando che, con tutte le dovute precauzioni, non ho mai smesso di lavorare. Mi alleno in bici sui rulli, aspettando che si possano riprendere i consueti allenamenti. E' un momento in cui lo sforzo maggiore rimane quello mentale e non fisico, ma non si deve mollare.

12) Floorballmaniatv, ti ringrazia per il tempo che ci ho dedicato. Grazie mille.

Sono io che ringrazio voi per avermi dato la possibilità di raccontarmi a chi mi conosce solamente come il numero 11 dei Firelions Serenissima. Il vostro lavoro è fondamentale perché si parli sempre di più di Floorball in Italia e per questo vi ringrazio.

Auspico che le mie parole siano lette come costruttive e non polemiche, dette da un giocatore che ama profondamente questo sport, che lo ama da tempo e che vorrebbe non scomparisse, ma piuttosto che diventasse uno sport da guardare alla TV.

Stai tranquillo Elia l’amore che nutri per questo sport, lo si apprende leggendo quello che hai appena detto.

Grazie mille Campione.

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