Mikael De Anna, Head Coach Nazionale Italiana Senior Maschile

Taciturno, esperto, pragmatico, mai sopra le righe, riesce a dare serenità al gruppo, non fa mai pesare la sua esperienza ma sa far capire, chi guida la nave.

Stiamo parlando di Mikael De Anna, Head Coach della nazionale italiana Maschile Senior, lontano dalle cronache,  floorballmaniatv ha voluto incontrarlo, per farlo conoscere di più al floorball Italiano.

Ciao Mikael, grazie mille per aver accettato di essere intervistato da Floorballmaniatv.

1) Chi è Mikael De Anna, quali sono le tue origini italiane e cosa fai nella vita ?

1) Sono nato in una famiglia Italo-finlandese in Turku, Finlandia.

Ho il padre italiano e la madre finlandese. Anche se non ho mai vissuto in Italia, la cultura italiana è sempre stata molto presente nella nostra famiglia e l'ho sempre parlato anche a casa.

Da bambino passavo tutte le mie vacanze estive in Italia, è sempre stata una grande parte della mia vita.

Oltre al floorball, lavoro in una scuola, in una classe di bambini di 10 anni.

Un lavoro che si abbina bene con allenare il floorball.

Ora faccio parte del TPS Salibandy che gioca nella serie A maschile Finlandese.

Dall'inizio di maggio mi sposterò circa 350 chilometri verso est, dove farò head coach in una squadra di serie b finlandese.

2) Da quanti anni pratichi il Floorball? Da giocatore con chi hai cominciato?

2) I ragazzi della mia generazione giocavano molti sport fuori in cortili dei palazzi e anche la mia gioventù si basa su questo.

Giocavamo molto floorball sull'asfalto e quindi  gioco da quando ero piccolo.

In una squadra vera e propria ho cominciato a giocare, tardi, quando avevo 16 anni, non mi sono mai appassionato tanto del giocare ero più incuriosito nel fare l'allenatore.

Comunque  ho giocato anche da adulto e sto giocando anche in questa stagione, con una squadra di bassa categoria.

Non sono mai stato molto bravo, o mi mancava un certo fuoco per giocare. Avrò giocato al massimo nella "Serie c" finlandese.

3) Quando diventi Allenatore per la prima volta e con chi?


3) Ho cominciato abbastanza presto ad allenare. Credo che era quando avevo 17 anni, quando mi hanno chiesto di entrare in uno staff di una squadra dei -92 nel FBC Turku.

Quindi direi la stagione 2002-2003. Da li poco a poco ho avuto più responsabilità e ho deciso di seguire questo percorso da allenatore.

Calcolando via un paio di stagioni che sono stato fermo, alleno più o meno dal 2002, che praticamente ho quindi fatto la metà della mia vita.

4) Quando sei entrato in contatto con l'Italia e con la nazionale italiana?


4) Con la nazionale sono stato in contatto come giocatore nella prima volta nel 2002 e ho fatto un raduno nel 2003 quando Luca Tomatis era l'allenatore.

Ma ero molto giovane. Poi nel 2011-12 ho fatto parte della nazionale di Daniel Costa ma vivendo in Inghilterra non avevo la possibilità di allenarmi più di tanto ed ho lasciato.

Da allenatore sono entrato in contatto nel 2016 quando allenavo a Mendrisio.

Ho incontrato Alberto Coduto, che mi ha dato un passaggio in macchina da Bellinzona a Chiasso, ed il discorso è partito da li.

L'esordio con la nazionale c'è stato nel torneo delle tre nazioni in novembre 2016 a Villach.

5) Quali sono i parametri di valutazione che tu consideri per decidere se un giocatore può fare parte della squadra Italiana ? 


5) Per parlare dei parametri, devo prima aprire un paio di concetti che ritengo molto importanti. Il primo è che il floorball come il calcio, basket, calcio a 5 etc, è un gioco di invasione e molto complesso.

Vuol dire che in campo oltre a noi c'è l'avversario, che ha i suoi traguardi. Questo significa che in campo c'è un numero enorme di vari interazioni tra giocatori.

Poi in base il gioco nel floorball, consiste su una "catena" di percezione -azione.

Quindi un giocatore deve percepire cosa succede intorno e agire in base a queste informazioni.

Quindi la cosa più importante che cerchiamo sono i giocatori con le qualità nella percezione-azione.

Ovviamente qui sono molto importanti le abilità tecniche e tattiche.

Ma alla fine visto che non siamo uno sport come il pattinaggio o atletica, dove da un punteggio sulla tecnica, valutiamo le capacità di agire in campo.

Se devo spiegarlo in modo molto semplice, i parametri sono più nel esprimersi nel GIOCO, che in compartimenti tecnici.

Un buon tiro serve a poco se il giocatore non è in grado di esprimersi nel gioco e quindi arrivare in situazioni dove riesce a fare il tiro.

Cosi per dare un esempio molto bianco e nero.


6) Parliamo della Nazionale Italiana, e del deludente torneo di qualificazione per i mondiali che si è da poco concluso, considerato il roster sulla carta migliore rispetto alle precedenti qualifiche. Sappiamo che si è perso un anno dopo le precedenti qualifiche, e che anche tu hai avuto qualche problema durante il percorso, ma immaginiamo che avevi altre speranze e quindi ti chiediamo come mai non si è riusciti ad esprire un gioco attento e costante per tutti i 60 minuti di ogni singola partita, che di conseguenza ci ha portato a perdere in malo modo contro Novergia e Slovacchia ed a non vincere contro la nazionale Ungherese, partita che poteva essere alla nostra portata ? 

6) Si, le qualificazioni in un certo senso, sono state deludenti.

I margini contro la Norvegia e la Slovacchia potevano essere più stretti.

Ma alla fine si parla di un altro livello di floorball in totale e alla fine non cambia molto l'immagine grande se perdiamo 12-2 o 18-1.

La differenza che ci sono tra questi paesi e noi sono sempre le stesse.

Qua per me è molto importante di essere realisti e onesti con se stessi.

Nonostante l'Ungheria fosse un'avversaria alla nostra portata e siamo anche riusciti in certi momenti a giocare molto bene, ci sta di essere anche onesti nel dire che sono stati bravi.

Ho parlato dopo la partita conferma il loro allenatore, che tra l'altro era anche lui finlandese, ho imparato che loro giocano con le squadre top-3 della slovenia, austria e ungheria, una lega internazionale di doppio turno.

Che significa 16-18 partite di un certo livello e ritmo più alto.

Purtroppo in campo questo si vede, nelle cose piccole, nel ritmo, in abilità di essere, come dire, maturi in certi momenti importanti del gioco.

Si, la partita si poteva anche vincere e
ma il risultato era deludente lo stesso con una vittoria o senza.

La sostanza non cambia, loro con la cooperazione con  paesi di confine, stanno facendo passi importanti.

Ovviamente il risultato significa molto e in quella luce i risultati ripeto sono stati deludenti.

Ma nello sport si deve essere onesti con se stessi. Io mi prendo le responsabilità e sono molto autocritico in questi confronti.

7) La nazionale italiana sino ad oggi ha avuto un importante apporto dei giocatori Italo Svizzeri, che hanno dato sempre quel qualcosa in più nel campo, ma secondo te, pensi che il livello del gioco italiano sia cresciuto e che quindi ci sia spazio per puntare di più sui giovani italiani, che hanno ben figurato alle qualifiche da poco terminate ? 

7) Il gioco in Italia è cresciuto. Questo lo vedo se penso al livello per esempio nel 2011 e oggi.

 Il livello si è alzato e i giocatori sono più forti di prima. Ma anche quì c'è da prendere in conto che lo sviluppo in Italia non succede da solo, il livello cresce in Italia, ma questo accade anche in altri paesi.

Quindi nonostante lo sviluppo in Italia sia molto importante, si deve anche pensare  all'innnalzamento del livello internazionale e in generale.

Facendo parte del floorball internazionale siamo automaticamente connessi nello sviluppo generale dello sport.

Quindi quello che succede in Italia si dovrebbe vedere in relazione con il resto del mondo del floorball.

 Quindi è una cosa bella di dire che siamo cresciuti di livello, ma si deve dire in relazione con il livello in generale.

Per me la sfida che affrontiamo al livello internazionale riguarda il ritmo del gioco e li le abilità del giocatore.

Al livello internazionale tutto arriva più veloce e in campo si ha molto meno spazio.

Anche guardando solo la partita contro l'Ungheria si vede che i spazi nella zona offensiva sono molto più stretti e tempo di fare azioni e molto più corta.

Questo ovviamente è in connessione sia con la tecnica che specialmente con la tattica di squadra.

Il gioco internazionale richiede molto dal livello tattico, qualsiasi siano le scelte dell'allenatore.

A me sinceramente il discorso degli svizzeri o altri con il doppio passaporto mi da un po fastidio.

Capisco molto bene cosa si intende con la critica di questo, ma io ci vedo anche molte cose buone e anche possibilità.

Viviamo in un mondo globale dove siamo connessi oltre ai confini nazionali.

La nazionale dovrebbe essere un ambiente dove ogniuno porta del valore aggiunto, qualsiasi sia la provenienza.

E per esempio se vogliamo riuscire a massimizzare il ritmo durante i raduni, i giocatori che provengono dall'estero portano molto valore in questo reparto.

Questo secondo me porta avanti anche i giocatori italiani.

Verso la fine di questo ciclo abbiamo avuto un interesse molto buono verso la nazionale con molti giocatori giovani e si vede del talento.

La base per il futuro sembra lucido. Comunque questo è un discorso più ampio che tocca anche poi la strutturazione di tutto il floorball italiano.

Noi con la nazionale ci incontriamo 4-5 volte all'anno.

Si, puntare sui giovani è molto importante e credo che anche in questa nazionale abbiamo avuto un buon numero di talenti giovani.

Ma alla fine parliamo di un numero abbastanza piccolo di allenamenti insieme.

Per parlare di puntare sui giovani, poi entra in discorso anche il lavoro nei club dove i giocatori si allenano la maggior parte del tempo durante l'anno.

E si parla alla fine anche più ampiamente di tutto il sistema del floorball italiano. Formazione in vari settori etc.

Ancora una cosa che rigengo molto importante riguardando un progetto della nazionale è semplicemente l'impegno.

Sono molto consapevole che per vari motivi è difficile per giocatori di impegnarsi per un biennio.

Sia per motivi economici che di impegno, ma se vogliamo migliorare in campo con la nazionale, ci serve continuità e impegno che viene con i sacrifici.

Per esempio quì l'esempio che danno quelli provenienti da altri paesi è sempre stato eccezzionale.

Che è una cosa molto importante e da prendere in considerazioine. La nazionale nel mondo ideale non è un bar, dove si viene e va quando uno ha voglia. Richiede molto, ma alla fine può dare anche molto. In questo c'è ancora da lavorare.

8) Ora con la nazionale italiana inizia un nuovo Ciclo, cosa pensi di fare ? Oltre ai raduni, tu pensi di puntare anche su alcune amichevoli internazionali? Da quando comincerai a visionare i giocatori Italiani?Modificherai il tuo staff? Chi ti accompagnerà in questa nuova avventura?

8) Come detto prima, la fine dello scorso ciclo l'abbiamo vissuto con molto entusiasmo. Il primo obbiettivo e di avere continuità durante il biennio. Piú possiamo lavorare insieme, migliorare sarà anche il risultato.

Ovviamente l'idea è di aumentare contatti internazionali. Ci sono molte buone ed ora si devono concretizzare.

Rispetto a 2 anni fa, ora vogliamo cominciare da subito e non perdere tempo. Siamo giá in movimento per la strutturazione del futuro e sono molto contento di come ci stiamo organizzando per il prossimo biennio.

L'obiettivo sarebbe anche di fare qualcosa di extra oltre ai weekend internazionali, puntati specificamente per il movimento italiano di floorball.

Ma questo è ancora da stabilire. Spero che lo staff sia sempre quello, perchè anche li la continuità è importante.

Il mio sogno sarebbe di avere nello staff un allenatore italiano.

Quindi se qualcuno ha interesse, mi può sempre contattare e ne sarei molto contento.

Dal mio punto di vista vorrei essere più presente con il floorball italiano.

Vivendo in Finlandia non è sempre semplice, ma oggi si può fare in molti modi diversi.

Sarei molto interessato nel parlare con allenatori e gente attiva nel floorball italiano, perché alla fine si impara sempre qualcosa scambiando idee.

Chiunque mi vuole contattare su argomenti di floorball, è sempre benvenuto. Alla fine stiamo lavorando insieme per migliorare il floorball italiano, quindi più siamo in contatto, megliore sarà il risultato.

9) Tu vivi in Finlandia, dove si mangia pane e Floorball, cosa dovrebbe fare l'Italia per crescere ancora di più a livello organizzativo e tecnico? Esempio organizzare corsi, stage di allenatori ecc ecc.

9) La Finlandia ormai ha una strutturazione del floorball molto avanzato con licei sportivi etc.

Quindi fare un paragone è difficile e sbagliato.

Ma secondo me la cosa più semplice da fare  in Italia è la collaborazione tra le due realtà.

Noi allenatori in Finlandia ci incontriamo una volta all'anno per parlare di vari argomenti, ci scambiamo idee.

Non siamo sempre d'accordo, ma la cosa più importante è di essere in contatto e scambiare idee.

Credo che una cosa molto importante in Finlandia nei recenti anni è stata la formazione dei allenatori, questa sarebbe una cosa positiva anche in Italia.

Sono questi i momenti buoni, dove si possono scambiare idee, nei corsi c'è sempre qualcuno che è lì per spiegare come si deve allenare e quale sia la tattica giusta, in quel momento allarghiamo le nostre idee ed alla fine impariamo qualcosa, da ciascuno dei presenti.

10) Mikael ti facciamo un ultima domanda e poi ti salutiamo. Quali obbiettivi ti poni per il futuro dell'Italia e quali per Mikael ?

10) I miei obiettivi per il prossimo futuro sono di avere continuità con la squadra e di fare un passo in avanti, anche dal punto di vista del risultato, questo lo spero ma non so dirlo ora.


Continuità, di riuscire a portare in nazionale giocatori motivati e bravi e alla fine da che la nazionale riesca a dare un contributo suo al floorball italiano.

Grazie mille per la tua disponibilità, l'Italia tifa per te e per i tuoi ragazzi, in bocca al lupo.

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